...a tutti voi perché scegliate la pace...

domenica 3 febbraio 2008

Fuggire per la libertà? O dalla?

L'altra settimana siamo andati al cinema, dopo tanto tempo. Non voglio parlare dei costi o degli orribili multisala ma solo farvi la recensione del film Into The Wild. [Non parlerò della trama, ma potrei fare considerazioni su alcuni aspetti del film.]

Sean Penn si cimenta in un'avventura: la sceneggiatura, la regia di un film e la storia stessa della pellicola. Una storia dura, perché molto reale.
La storia di ordinaria follia che sconvolge l'esistenza perbenista di Chris McCandless (in arte Alexander Supertramp, cioè super vagabondo, barbone) e della sua famiglia. Più quella di mamma e papà che dell'eccentrico figlio, pieno di arte, letteratura e di boriosi sogni di avventura nella natura più selvaggia, appunto, non senza quella punta di nichilismo che serve per fuggire dalla società.
Fuggire: è quello infatti che viene rimproverato a Chris. Perché girare l'America in lungo, dal Messico all'Alaska? Veramente Alex cerca la vita "vera", quella fatta di pericoli e della lotta per la sopravvivenza? Il genere di emozioni che, quando a provarle è uno di città, spontaneamente dice, "ora mi sento vivo"? Forse è davvero una fuga, dai propri spettri e dalle proprie paure.
Alex attraversa il continente ed incontra diversi personaggi che lo istruiscono e gli insegnano la "vita", anche se forse non si accorge che il bello è proprio confrontarsi, grazie alla propria mente aperta, con le esperienze degli altri. Incontra la coppia di Hippy, che lo portano a vivere nella comune di Slab City. Incontra gli onesti e rudi lavoratori dei campi, con i loro modi grossolani ed i saldi principi di amicizia. Incontra i due danesi, rossi al sole del Grand Canyon e con la voglia di sbancare Las Vegas; ed infine il Nonno, con il suo carico di ricordi e saggezza.
Poi la Grande Sfida, il Grande Nord. Il sacrificio di dover lavorare in un noto fast food, simbolo del consumismo da cui fuggire, per comprarsi l'attrezzatura necessaria come il fucile per cacciare. La fortuna di aver trovato il Magic Bus, pulmino volkswagen trasformato chissà da chi in rifugio.
Ma quando si dice che la Natura è Dura... Non basta avere libri ed appunti. Nel momento della verità, là fuori, into the wild appunto, c'è una sola legge, terribile, equilibrata e perfetta: a vincere è sempre il più forte.
Ed ecco allora che fuggito in cerca di libertà Chris, tornato ad essere Chris, si ritrova prigioniero del suo sogno e capisce ciò che cercava veramente.
Il film è bello, non c'è dubbio. La fotografia è stupenda, complice paesaggi bellissimi. Una colonna sonora toccante ed efficace.
Tecnicamente bellissimo. Forse un po' lungo (o forse sono io che non reggo più di 2 ore).
Tanti i temi: la libertà, l'amore, la famiglia, l'egoismo, la ricerca dell'io.
Vorrei far mio, anzi nostro la morale ultima del messaggio di Alexander/Chris (la storia del personaggio è vera, ed è tratta dal romanzo di Jon Krakauer):
La felicità non è reale se non è condivisa.