
Visitiamo quindi Dolceacqua.
Un paesino veramente molto carino, ricco di viette caratteristiche. Nella metà del Quattrocento la crescita dell’abitato, che aveva fatto del percorso di via Castello il principale asse viario urbano, portava alla creazione del nuovo quartiere del Borgo, al di là del torrente Nervia; i due nuclei vennero collegati da un elegante ponte a schiena d’asino a un solo arco di 33 metri di luce. Il ponte, che Claude Monet dipinse nel 1884, definendolo “un gioiello di leggerezza”, insieme al grappolo di case della Terra e al sovrastante castello dei Doria rappresenta una delle più pittoresche e celebri visioni dell’entroterra ligure.


Lasciato questo splendido paesino, ci dirigiamo verso un altro paese che le guide consigliano di vedere: Apricale. Dalla strada impervia ma deserta lo scenografico aspetto dell'abitato, ci lascia a bocca aperta. Una sinuosa cascata di antiche case di pietra sulla dorsale di un erto pendio dominato dal Castello. Poi in realtà girando per le viettine ci accorgiamo che è una città semi abbandonata, sporca e piena di gatti e dei loro bisogni.
Il paese conserva intatta l'atmosfera medievale, con il nucleo originario alto sul colle, con il Castello, la chiesa parrocchiale e le case disposte a gironi concentrici. La piazzetta è carina ma sporca per una manifestazione del giorno prima. Povero paesino. Così maltrattato. Ce ne andiamo un po' delusi.

Facciamo una breve sosta a Bajardo un piccolo paesino immerso nella nebbia come la strada tutta curve e irregolare per arrivarci...che paura! Visitiamo velocemente la chiesa di S. Nicolò (quello che ne rimane). Il centro storico esiste fin dal primo millennio a.C. quando fu un importante luogo di culto per i Druidi - sacerdoti celti - dove sono tuttora presenti alcuni obelischi di pietra. Inizia a piovigginare.

A Ste non è piaciuto molto..."troppi figli dei fiori". Alla fine era carino, caratteristico ma gli artisti...come fanno a campare????? Torniamo a casa contenti e rilassati.
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